Armi nucleari: un Trattato per la messa al bando


Lo scorso ottobre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione “General and complete disarmament: taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations” A/C1/71/L.41 per convocare una conferenza nel 2017 e discutere di un trattato per l'eliminazione delle armi nucleari. Lunedì 27 marzo inizierà la prima sessione preparatoria che durerà sino al 31 dello stesso mese, per poi proseguire nei lavori che si svolgeranno dal 15 giugno al 7 luglio.


La risoluzione è stata approvata con 123 voti a favore, 16 astenuti e 38 contrari. Un solo paese dotato di armi nucleari ha votato a favore: la Corea del Nord. India e Pakistan si sono astenuti, mentre Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito hanno votato contro.
Va ricordato anche che, nonostante il Parlamento Europeo avesse invitato con la risoluzione 2016/2936(RSP) gli stati membri a sostenere la risoluzione, 22 paesi comunitari in sede ONU hanno votato contro, tra cui purtroppo anche l’Italia.


Attualmente sono otto i paesi possessori di armi nucleari: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan e Corea del Nord, mentre altri cinque paesi, in base all’accordo di “Nuclear Sharing” della NATO (Italia, Germania, Olanda, Belgio e Turchia) detengono sul proprio territorio nazionale tra le 150 e le 200 testate del tipo B61 di proprietà statunitense.
Anche se tale Trattato, non coinvolgendo i paesi armati nuclearmente e i loro alleati, non avrà effetti concreti immediati, rimane il fatto che ben 123 paesi intendono dichiarare la loro opposizione politica a questi arsenali, che a quasi 50 anni dalla firma del Trattato di Non Proliferazione contano ancora 15.000 testate, di cui 4.400 operative, cioè pronte all’uso. Né vanno dimenticate le Nuclear Weapons Free Zones (NWFZ), che coprono da tempo larga parte del pianeta: l’intera America Latina (1967), il Pacifico del Sud (1992), l’Asia sud-orientale (1997), l’Africa e l’Asia Centrale (2009).


Gran parte della comunità mondiale chiede il disarmo nucleare, ma una ristretta schiera di paesi vuole conservare gelosamente il potere distruttivo di tali armi. Appare contraddittorio sanzionare le politiche nucleari di Pyongyang, mantenendone il monopolio: il rischio di un disarmo nucleare non attuato è la proliferazione in altri paesi, che cercano in questo settore un ruolo privilegiato sulla scena geopolitica mondiale.

 

Roma 24/3/2017

 

Maurizio Simoncelli
Vicepresidente
Cell. 3284081913

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