11/10/2016 - Armi per quale sicurezza? L'inchiesta della procura di Brescia
Le notizie di stampa in merito all’avvio di un’inchiesta da parte della Procura di Brescia circa la vendita di bombe RWM all’Arabia Saudita, con ipotesi di possibile violazione della legge 185/90, a seguito di esposti presentati dalla Rete Italiana Disarmo in varie procure d’Italia nel gennaio scorso, stanno evidenziando la rischiosità delle esportazioni di materiale militare presso paesi in conflitto o dove non sono rispettati i diritti umani.
Recentemente si è assistito, purtroppo, non solo alla vicenda delle bombe d’aereo fornite all’Arabia Saudita, impegnata nel conflitto nello Yemen, ma anche a forniture di 28 caccia intercettori Eurofighter al Kuwait, altro paese impegnato nel stesso conflitto.
In parallelo si assiste anche alla stipula di accordi di cooperazione militare con governi (Somalia) le cui forze armate utilizzano bambini-soldato, come documentato dalle stesse Nazioni Unite.
Il ricorso estensivo a questo strumento, volto a favorire le esportazioni di armamenti e stabilizzare le relazioni con alcuni Paesi, verso i quali si instaura un regime speciale equiparato a quello esistente con i Paesi NATO e UE, è un altro elemento che preoccupa sulla coerenza dell’azione concreta dell’Italia nell’ambito della sicurezza internazionale, dato che vi si trovano paesi come Egitto, Kazakhstan, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Qatar (questi ultimi cinque tutti impegnati nel conflitto nello Yemen).
Maurizio Simoncelli
Vicepresidente IRIAD
maurizio.simoncelli@archiviodisarmo.it